L’amore
Non tutti i giorni sono uguali
Vi è mai capitato di riguardare in retrospettiva la vostra vita e scoprire i diversi punti di svolta?
I punti di svolta sono quei giorni in cui la vita cambia e nulla dopo quel giorno sarà più come prima. A me capita spesso. Anche perché come scoprirete sono nata direttamente in un giorno di svolta. 😊
La storia di oggi parla proprio di giorni speciali e di persone speciali che a volte nella vita si possono incontrare.
Un giorno speciale
13 maggio 2016. “Ci siamo incontrati per la prima volta!”
La nostra conoscenza è iniziata qualche giorno prima su facebook. Leggo un suo messaggio dove mi dice che abbiamo un’amica in comune.
“Usciamo per un caffè”? Mi dice così dal nulla.
Io guardo la foto profilo e vedo degli occhi verdi, schivi ma profondi, quello che mi colpisce però, è l’immagine di copertina: il volto di Gesù!
“Un bel ragazzo e pure credente!” Penso tra me e me. Per me che lo sono da sempre è un bellissimo biglietto da visita.
Anzi, mi sento a un passo dal sogno della mia vita: trovare una persona che mi ami, che voglia costruire una famiglia, che possa condividere con me i principi Cristiani.
Credo che la bellezza di condividere dei principi religiosi, di qualunque origine, sia un fattore importante perché favorisce l’unione e la realizzazione di qualcosa di comune.
Il messaggio di Giuseppe mi arriva quando non ci credevo proprio più … Tante delusioni mi hanno, troppe volte, fatto pensare che sarei rimasta single a vita. Non so se sappiate come sia la vita da persona disabile, ma per alcuni aspetti non è proprio semplice. Al di là delle “normali” difficoltà per vivere, si aggiungono le difficoltà sentimentali.
Non tutti hanno la sensibilità per essere amici di una persona disabile. Immaginate quante persone siano disposte ad affrontare un rapporto sentimentale con una persona che ha bisogno di sostegno, che sta su una carrozzina ,che spesso chiede a persone che incontra per strada di essere aiutata per portare a casa la spesa, per parcheggiare la macchina.
Insomma, serve una persona davvero ben disposta e aperta. Quindi, visto le difficoltà, ero ormai certa che sarei stata dedita ai miei bimbi a scuola. Non ve l’ho detto, faccio un lavoro speciale, faccio l’insegnante e amo questo lavoro come non mai. Il mio unico compagno, fino a quel punto, era stato Rocco, il mio barboncino rompiscatole. E credevo anche sarebbe stato l’unico.
Come potete immaginare, mi è sempre piaciuta l’idea di famiglia. Ma ho coltivato anche l’importanza di trovare la mia indipendenza. Essere indipendente nonostante la mia disabilità ha sempre avuto un posto importante nella mia vita. Per me è una soddisfazione poter raccontare di aver vissuto da sola dai 19 ai 36 anni in una città come Roma. Non proprio la più semplice città dove abitare.
Per tutte queste ragioni, mentre mi messaggiavo con Giuseppe ero felice, ma allo stesso tempo spaventata. Prevaleva la speranza di aver trovato qualcuno giusto per me. Un messaggio tirava l’altro, ma facevo inizialmente fatica a lasciarmi andare. Rimaneva dentro di me la paura di trovare l’ennesima delusione.
La svolta
Poi, una sera vado a cantare. Non ve l’ho detto, ma canto da quando sono piccina e ho sempre sperato di fare la cantante. Mi chiedono quale canzone volessi e tutt’untratto ecco un’ispirazione. Voglio interpretare “quando nasce un amore” di Anna Oxa. Nei miei pensieri c’è questo Peppe, che ancora non conosco.
Mi faccio riprendere e, senza pensarci più di tanto, gli invio il video dell’esibizione alle 3 di notte. “Una pazza!” grido dentro di me quando vedo che ha visualizzato subito il video. Peppe è sveglio e cominciamo a scriverci. Non smettiamo fino a quando non decidiamo di vederci per questo “benedetto” caffè.
Giuseppe non nasconde prima di congedarsi dalla chat le dice: “Sarò sincero, devo partire per Panama per andare a lavorare, tra qualche giorno”.
Io, un po’ spaventata, rispondo: ”ok …”. Appena trovato e già … Perso.
Giuseppe doveva venire nel locale sotto casa mia. Ci veniva con i mezzi, da fuori Roma. La mia assistente così mi dice “Perché non gli andiamo incontro?”. Così ci rechiamo alla stazione della metro di Cinecittà. Lì, vedo subito attraverso il finestrino della macchina un ombrello enorme, nero. Sono certa che è lui!”.
Come ho fatto a riconoscerlo, non lo so ancora adesso, visto che era nascosto dietro questo ombrello gigante. Entra in macchina, aveva gli occhi belli, bellissimi. Sentivo le farfalle nello stomaco. Ero già innamorata di lui e i suoi occhi sembravano pieni di cuoricini!
Così, invece di prendere un caffè normale, ho preso un caffè coretto al primo bacio! Che emozione!!!
La nostra storia
Rimaniamo insieme. Parliamo fino a sera. Gli preparo una carbonara squisita (me lo dico da sola, lo so, ma quando si è indipendenti si impara anche a costruirsi le proprie convinzioni). Le ore passano senza che la percezione del tempo ci sfiori. Sembra strano lasciarsi dopo essersi trovati.
Il giorno dopo decidiamo di vederci ancora, manca poco alla partenza per Panama. Il giorno successvo … ancora. E quello dopo? Ancora!
Dopo 15 giorni, nei quali ci siamo visti tutti i giorni, ci sentivamo strani. Tutto sembrava magico. “E Panama?” Qualcuno potrebbe domandarsi. Fortunatamente, Panama poteva aspettare. Il lavoro avrebbe avuto altri sbocchi.
Così, sullo slancio di questi straordinari quindici giorni, decidiamo di andare a vivere insieme.
Da lì in avanti, non ci siamo staccati più. E ora, eccoci qui, a distanza di quasi 4 anni, felici come non mai delle scelte fatte e delle possibilità che si sono realizzate. Certo, ci sono alti e bassi come all’interno di ogni coppia che si rispetti. Non si può andare sempre d’accordo. Forse, sarebbe pure noioso. Ma l’amore che ci lega ci fa sopportare non solo i pregi, ma anche i reciproci difetti.
Di lì a poco, decidiamo di sposarci e iniziamo a pensare all’idea di avere un bimbo. “Ci sposiamo a dicembre o a giugno?” Queste sono le domande che ci stiamo ponendo quando i test di gravidanza ci avvisa che i programmi non sono questi. Desideriamo davvero un bimbo e come per magia, arriva subito.
Ad agosto capisco di essere incinta di Andrea e il nostro mondo cambia in funzione della sua presenza!
Giuseppe e io eravamo la felicità allo stato puro. Con in mano quel test di gravidanza, ho capito di aver realizzato un desiderio di sempre. Ho capito di aver fatto qualcosa di magico e ho capito che anche quando sembra impossibile, bisogna crederci e lottare. Qualcosa può cambiare. Certo non in modo semplice. Serve soffrire, cadere, rialzarsi.
Abbiamo affrontato draghi, che non pensavamo mai di sconfiggere. E continuiamo a lottare, perché siamo soli in una grande città come Roma e, per quanto cerchi di far finta di, ho una disabilità al 100%. Pur con tutte le difficoltà che attraversiamo ogni giorno, voglio continuare a lavorare nella scuola, perché non rinuncerei mai alla mia indipendenza.
Anzi, a volte, vorrei dedicarmi di più a me stessa, all’attività fisica e alla fisioterapia che dovrei fare. Meno male che Giuseppe che pur avendo un lavoro frenetico e stancante, riesce ad essere un papà e marito sempre presente e dolce. Non abbiamo tutto, ma abbiamo quel che ci serve. La voglia di cambiare le cose che non vanno e il coraggio di provarci ogni giorno. Insieme.
Entusiasmabili: Un sogno diventato meravigliosa realtà
Come potete immaginare, per me questo articolo è doppiamente emozionante. Mi ha permesso di parlarvi di ciò che più amo. La mia famiglia spettacolare: Giuseppe, Andrea e Rocco. E, mi permette di condividere con voi un’idea che nasce proprio da questa storia. Pur credendoci forte, tante volte ho avuto paura di non farcela e tante persone hanno cercato di affossare il mio entusiasmo.
Per cattiveria? Per realismo? Per mille ragioni!
Capisco che davanti a una persona disabile vengano tantissimi dubbi sulla possibilità che realizzi i suoi sogni. Mi vedevo anche io allo specchio. Ero consapevole delle difficoltà che avevo e che avrei dovuto superare. Ma … Volevo fortemente la mia indipendenza e l’ho ottenuta. Speravo di trovare qualcuno che volesse condividere il percorso di vita insieme a me e Giuseppe è arrivato.
L’ho fatto spesso sentendomi da sola. Senza dei supporter che potessero darmi forza e incitarmi nei momenti bui. Oggi è più facile, c’è Giuseppe. Ma prima ero sola e non sapevo con chi condividere le mie visioni, senza essere giudicata. Mi avrebbe fatto bene avere qualcuno intorno che sapesse contrubuire al mio entusiasmo, senza cercare di spegnerlo.
Per questa ragione, oggi, stiamo realizzando un ennesimo sogno. Come esistono gli incubatori di di avviare imprese eccellenti, abbiamo creato un incubatore di “Entusiasmo”. Ossia, un luogo fatto di persone che hanno voglia di accendersi e accelarare o rallentare insieme. Da soli non si può far nulla. Insieme si raggiungere ogni sogno.
E, infatti, anche questo sogno è fatto di persone speciali che hanno deciso di lavorare insieme promuovendo le azioni di persone che hanno la capacità di propagare l’entusiasmo. Gli Entusiasmabili sono amici, professionisti, aziende, insomma, persone che hanno voglia e piacere di mettere in condivisione le proprie risorse.
Ora che vi ho fatto immergere con me in questa nuova avventura, spero di generare ancora più energia ed essere di supporto a tutti coloro che vorranno far parte di questo mondo super cool!
Vi aspetto nei futuri eventi on line e in presenza!
Un abbraccio grande a tutti
Graziella