E sono qui. Con in braccio una bimba dagli occhi blu. È finalmente con me, non più protetta all’interno della mia pancia. Essere donna disabile motoria incinta è complesso. Immaginate quanto possa esserlo di più quando si è incinta. I movimenti diventano più difficili e la sensazione di impotenza si allarga.
Fortunatamente, c’è mio marito Giuseppe che dona il suo supporto e soprattutto ci sono il sorriso e la dolcezza di Anna Sole. È buonissima.
Anche se mi sentivo preparata al nuovo arrivo, ammetto che forse non lo ero del tutto. Ancora notti insonni. Ancora la sensazione di non essere sufficienti per fare tutto. Il senso di inadeguatezza purtroppo invade le persone normali, pensate a chi è disabile 😊 Non va via e anzi a volte cresce dentro logorandoci.
Senti che superi ogni volta il tuo limite, ma … la sensazione che ti rimane dentro è che potrebbe non essere abbastanza.
Allora ti viene in mente la domanda: “Ma è questo che significa essere una mamma con difficoltà?”
Per me è così, sento questa fortissima responsabilità come ogni altra mamma. Nel mio caso sono due perché oggi ho con me Andrea e Anna Sole da accudire.
Solo che mentre una mamma normale da sola può gestire da “wonder woman” entrambi, una mamma disabile non può permettersi nemmeno in caso di estrema necessità di rimanere da sola. Perché, soprattutto quando il bimbo o la bimba sono piccoli, le difficoltà pratiche sono infinite.
Mi pacerebbe farvi vivere una giornata con me per farvi vedere quanto anche le cose più semplici possano diventare ardue.
Vuoi alzarti dal letto per prenderla in braccio? Non puoi.
Vuoi velocemente impedirle di cadere da letto perché si volta di scatto? Non puoi?
È brutto, perché sai cosa dovresti fare, percepisci il cervello che manda l’input alle gambe e alle braccia, ma la struttura fisica impedisce la buona riuscita del gesto e sai che è rischioso prendersi la responsabilità anche solo di provarci.
È un ostacolo che a volte non vedi, perché dentro non lo senti, ma te lo ritrovi di fronte urlato ogni volta che ti trovi in situazioni in cui serve equilibrio e prontezza. Io devo con
vivere con la consapevolezza che … Non sono dotata di questi due talenti. E per la sicurezza della mia famiglia ho dovuto imparare un altro dono.
Quello di chiedere aiuto. Dite che è poco? Essere capaci di chiedere aiuto è un vero dono. Tante persone non riescono a chiedere e così a lasciarsi aiutare. Mentre essere conness
i e lasciarsi aiutare è uno dei principi sociali più importanti per garantire la sopravvivenza di qualunque essere vivente.
Io chiedo aiuto a Giuseppe che … Ha lasciato il lavoro per starmi vicino e per stare vicino ai nostri due angioletti. Ma provo a chiedere aiuto anche alle istituzioni. Perché non so se lo sapete ma dovrebbero darci una mano, ma … Non sempre ciò avviene.
In generale, mettono a disposizione delle risorse per l’assistenza (già bello che ci pensino), ma il problema è che le persone che poi dovrebbero essere preparate per fornirla … Non lo sono per niente. Non sono preparate sull’aiuto né pratico né psicologico. Ogni disabilità ha bisogno di una tipologia di supporto differente.
Ma nessuno glielo insegna. O forse siamo stati sfortunati noi a non trovare persone che abbiano avuto questa preparazione. E, vi assicuro che non avere supporto rende la vita davvero grigia in certe giornate (e non parlo del tempo 😊).
In alcune giornate, infatti, dobbiamo obbligatoriamente stare tutti a casa, perché nessuno ci può tenere i bimbi ed io da sola non posso ancora rimanere per la sicurezza della mia ultima arrivata (spero un giorno di creare le cronache di una vita diversa per darvi la possibilità di vivere una nostra giornata).
Anche solo a scrivere qu
este cose mi infervoro. Vorrei che tutto fosse più semplice per chi è diverso. Abbiamo tante qualità che potremmo mettere a disposizione del mondo che però rimangono latenti finché non ri
usciamo a risolvere i problemi di base, quelli della stretta sopravvivenza della famiglia.
Essere madre è quanto di più bello la vita mi abbia regalato. Pensare che ci sono riuscita due volte mi sembra un vero e proprio miracolo. Per questo custodirò con gioia ed entusiasmo i miei due angeli in modo immaginabile (tutto ciò che è già possibile fare) e inimmaginabile (spero di far cambiare le cose e rendere la vita dei bimbi di una mamma diversa più bella e armoniosa di quanto non sia oggi possibile.
Le mie maniere “diverse” accompagneranno la mia e la loro vita e mi permetteranno di tirar fuori, come sempre mi è accaduto nel passato, un’energia speciale che partirà da dentro di me e mi permetterà di risolvere ogni problema, sbaragliando con il sorriso ogni ostacolo, sapendo chiedere aiuto con umiltà e coraggio.
Nonostante le credenze comuni, è possibile essere mamma con disabilità. È possibile avere un handicap e donare una vita nuova a qualcuno da amare. Certo, non è semplice e serve avere il coraggio di chiedere aiuto, scegliendo le persone giuste.
Questo è uno dei motivi per cui abbiamo pensato a creare una rete come Entusiasmabili. Persone che hanno a cuore la relazione con l’altro e che sono disposte a dare e ricevere aiuto sempre e comunque
Chiudo parlando ai miei figli.
“Vi amo immensamente piccoli miei: Andrea e Anna Sole, siete la mia vittoria e il mio destino meraviglioso. Grazie a voi posso crescere. Grazie a voi ho scoperto ancor di più che ci si può fidare del mondo e di tante persone che lo abitano (grazie Giuseppe!!!)”
Questa frase mi ricorda che posso essere una donna forte, più forte delle mie gambe deboli, più forte del non ci riesco. Tutto perché sono felicissima di essere la vostra speciale mamma “diversa” che potete prendere in giro e che vi amerà come non mai, sempre.