Introduzione
È un anno che siamo chiusi in casa. Certo chi più chi meno. C’è chi lavorando riesce a prendere qualche boccata d’aria fuori da casa. C’è chi invece vede ormai la spesa come un momento di vera socialità. Poi c’è chi cammina, chi corre, chi porta fuori il cane.
Poi, c’è chi ha scelto di non seguire i DPCM, perché non crede nel COVID19 e vede un complotto nei lockdown. Non sappiamo effettivamente se questa scelta di chiudere tutto sia efficace. Sicuramente … Non lo sapremo mai, perché hanno dovuto chiudere solo le persone che non avevano altra possibilità.
Le altre persone, che hanno scelto di contravvenire alle norme, hanno scommesso sull’irregolarità di queste soluzioni (non giudico, perché non ho dati né competenze per sapere cosa sia giusto o sbagliato). So solo che se ognuno decidesse sempre per se stesso e mai per la comunità nulla potrebbe realmente cambiare.
Interconnessione
Il mondo è interconnesso. Un battito d’ali in Europa si dice possa generare un uragano in Cina. Il Covid19 non sarebbe mai arrivato in Italia se non ci fosse questa super interconnessione. Qualcuno se ne lamenta, perché l’interconnessione genera pericoli, come in questo caso, ma … Porta anche tantissimi vantaggi.
Pensiamo al solo poter viaggiare liberamente per il mondo, all’aver potuto integrare altre tipologie di cucine, piatti tipici, sperimentando nuovi gusti. Nuove tecnologie. Nuove soluzioni. Non tutto ciò che arriva è bello. Alcune volte ne siamo spaventati.
Ma … Tante cose che sono arrivate sono preziose. La medicina Italiana importa soluzioni dall’estero che rendono possibili dei veri miracoli. Certo non tutti possono saperlo. Perché magari ad alcuni la vita ha regalato salute e forza.
Ma chi ha problemi, chi vive delle sfide lo sa. La speranza non arriva da singoli laboratori. Arriva dal sistema che investe e grazie all’interconnessione produce soluzioni che i singoli non possono trovare. Braccia bioniche capaci di rendere autonomi in bimbi, sistemi intelligenza artificiale in grado di diagnosticare malattie in modo tempestivo. Solo per dirne alcune.
Queste soluzioni possono esistere solo grazie a tutti. Spesso, infatti, i laboratori sono multietnici, fatti cioè da persone provenienti da tutto il mondo. Uomini e donne che danzano insieme come non è mai successo prima, infondendo speranza nel mondo grazie alle scoperte.
E l’Italia?
Nel mondo questa interconnessione è premiata. Mentre in Italia, purtroppo, fa paura. Siamo spaventati, perché non impariamo presto a non fidarci del mondo che ci circonda. A Roma esiste un detto che ci fa sempre riflettere “Chi mena per primo, mena du vorte” (Chi picchia per primo, picchia due volte).
Non so come suoni in voi questa frase, ma in noi suona come una forchetta che passa su piatto generando un suono fastidiosissimo. È la base dei nostri problemi l’idea che il mondo sia cattivo e che dobbiamo assolutamente difenderci da tutto e da tutti.
Il problema è che come popolo siamo poco abituati a pensare in modo comune. Il nostro senso di furbizia personale ci porta a credere che l’egoismo è vincente. Noi obiettivamente non ci crediamo. Come non crediamo certo al DPCM, ma lo rispettiamo lo stesso perché siamo parte di una comunità.
Per poter criticare è importante rispettare, perché altrimenti diventa difficile essere credibili. Perché è così difficile creare un senso di comunità? Perché siamo così difficili nel … pensare in modo comune?
Cosa c’entrano gli entusiasmabili
Il mondo non è né buono né cattivo è fatto di persone che possono scegliere. Ci sono quindi persone che hanno la scintilla e vogliono accendere il fuoco dell’entusiasmo per condividerlo con la comunità, facendo confluire i propri bisogni in quelli della collettività.
Poi ci sono persone che hanno la scintilla, ma decidono di non trovare il gas per trasformarla in fuoco e preferiscono menare du vorte piuttosto che creare mondi nuovi dove l’entusiasmo possa crescere e replicarsi da persona a persona.
Come possiamo allora cambiare le cose? Serve far morire questo atteggiamento che non ci fa del bene e far rinascere l’entusiasmo che ci caratterizza quando nasciamo. Se ci pensiamo è davvero strano. Nasciamo ricchi di energia, voglia di vivere e impariamo poco alla volta a non fidarci del mondo, allontanando la gioia.
Noi con Entusiasmabili vogliamo richiamare quel bambino che c’è in noi. Vogliamo farlo rinascere. Perché negli adulti l’impressione è che sia stato davvero sepolto e che non possa tornare. Invece, insieme è possibile farlo, ma serve farlo insieme in comunità.
Insieme è possibile.
La forza del fattore comunità
Non lo diciamo solo perché siamo di parte 😊 Non possiamo negare di esserlo, ma parlando con le persone di vari ambienti ed estrazioni, ci siamo resi conto che le persone sono molto più sensibili di quanto spesso si pensi.
Tante persone non solo non vogliono menare du vorte, ma non menano nemmeno una se non sono costrette a difendersi.
Infatti, stiamo incontrando sempre più persone che hanno voglia di essere connesse, darsi una mano, costruire qualcosa insieme. Persone fantastiche. Alcune di esse stanno già facendo iniziative speciali per il mondo. Credo che le interviste che abbiamo finora condiviso lo testimonino egregiamente.
Altre però hanno la stessa scintilla, ma non hanno trovato la comunità che possa far accendere completamente la fiamma. Con noi possono provare a dare gas e a rendere il fuoco più caldo. Serve solo provare e iniziare a fidarsi.
Entusiasmabili cerca così di essere ossigeno per tutte le persone che hanno al proprio interno una scintilla, di solito riposta nel loro bambino sepolto dalla vita. Trovare qualcuno che abbia fede in noi e in un noi, trasforma i punti di vista e ci permettere di rinascere in modo nuovo e bello.
Questo per noi è augurarvi una buona Pasqua. Darvi la possibilità di rinascere, tirando fuori ciò che avete sepolto al vostro interno. Il vostro Dio dentro. Che poi è il significato della parola entusiasmo.